Screening scuola dell’infanzia: perchè è importante?

Bambino e scuola dell’infanzia

La scuola dell’infanzia rappresenta il primo passo, per molti bambini, per confrontarsi con sé stessi, gli altri, le proprie competenze e autonomie. E’ qui che il bambino impara ad adattarsi alle diverse situazioni, a superare il proprio punto di vista, ad accettare la diversità, a rispettare le regole condivise dal gruppo, a costruire una buona immagine di sé, a vivere in modo equilibrato e positivo le proprie emozioni, a sviluppare ed incrementare il proprio linguaggio e le proprie abilità cognitive e ad esplorare lo spazio, il corpo e il movimento. Tutto questo si realizza all’interno di un contesto di gruppo, in un clima affettivo e gioioso.

A volte, però, il bambino incontra, per motivi differenti, delle difficoltà nel suo percorso di crescita, che possono causare delle fragilità emotivo-relazionali e/o legate a esperienze di apprendimento. L’insegnante diventa, così, il primo filtro per riconoscere questi disagi e fragilità, in quanto persona competente e preparata dal punto di vista pedagogico, ma per dare risposta a questa prima segnalazione, potrebbe essere utile la presenza di figure professionali specifiche, quali lo psicologo e il logopedista, all’interno della scuola, che aiutino a mettere a fuoco e a valutare, in base alla loro competenza, le difficoltà rilevate.

 

Cos’è lo screening alla scuola dell’infanzia 

Screening significa “monitoraggio” e consiste nell’osservare il bambino in tutte le sue competenze al fine di rilevare segnali che potrebbero predire la presenza di un disturbo.

Non si tratta di fare diagnosi, ma di poter individuare precocemente bambini a rischio.

E’ una metodologia importante per:

  • prevenire certe fatiche e/o modalità che potrebbero già consolidarsi in età prescolare e riverberarsi sugli apprendimenti successivi
  • ridurre gli effetti che possibili insuccessi potrebbero creare, quali bassa autostima, poca motivazione e ansia da prestazione
  • avvicinare insegnanti e specialisti con lo scopo di integrare le rispettive professionalità ed individuare percorsi e strategie da mettere in campo per un programma educativo di recupero.

 

E dopo lo screening?

Riconoscere ed individuare eventuali difficoltà però non basta. E’ necessario, in un secondo momento, condividere, con le insegnanti e la famiglia, informazioni ed indicazioni per svolgere azioni di prevenzione e di supporto alle difficoltà riscontrate nei bambini. Tali suggerimenti possono inserirsi ed integrarsi all’interno della programmazione scolastica.

Se, invece, le difficoltà riscontrate sono elevate viene suggerito alla famiglia un percorso di approfondimento clinico esterno al fine di comprendere meglio le competenze e le fragilità del bambino e fornire supporti riabilitativi più specifici.

La prevenzione sta assumendo sempre più un valore anche nei disturbi non prettamente fisici, cioè legati al benessere del corpo. Ai bambini è sempre più richiesto di crescere e imparare velocemente, di adattarsi ad una società prestazionale, di fare in fretta e questo si scontra, inevitabilmente, con la loro natura di piccoli sognatori che hanno bisogno di tempo per apprendere, per capire e gestire le emozioni e per diventare grandi.