I disturbi del sonno nei bambini

Il 25% dei bambini al di sotto dei 5 anni soffre di disturbi del sonno, mentre dopo i 6 anni e fino all’adolescenza la percentuale si attesta intorno al 10-12%.

I disturbi del sonno, aumentati soprattutto negli ultimi 20-30 anni, possono avere effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita del bambino ma anche dei genitori. Non stupisce, quindi, che siano uno dei principali fattori di ansia per mamme e papà e uno dei motivi più frequenti di visita dal pediatra o neuropsichiatra infantile.

I disturbi del sonno nel bambino si possono manifestare a diverse età: nella prima infanzia predominano difficoltà di addormentamento e risvegli frequenti, parasonnie, o i disturbi respiratori del sonno, mentre nelle età successive possono comparire con maggiore frequenza disturbi del ritmo circadiano.

 

Quali le conseguenze di un sonno insufficiente o di cattiva qualità nei bambini?

Sono molteplici, qual, ad esempio: ridotte performance scolastiche e problemi di apprendimento, sonnolenza diurna, disattenzione, ridotta memoria di lavoro, scarso controllo impulsi e disregolazione del comportamento. Non ultimo è da considerare che il problema del sonno del bambino può avere ripercussioni su tutto l’ambito familiare determinando una scarsa salute fisica e mentale dei genitori, favorendo lo sviluppo di una depressione materna e un notevole stress familiare.

 

Quali sono le cause?

Diversi sono i fattori che intervengono nel determinare un disturbo del sonno, ma possiamo schematicamente suddividerle in:

  1. Comportamentali
  2. Relazionali
  3. Parasonnie
  4. Disturbi organici

 

1.Cause comportamentali

Dipendono da una non corretta “igiene” del sonno. Importante quindi fornire ai genitori indicazioni utili già a partire dal primo anno di vita. Le tre regole d’oro sono:

  • far dormire il bambino sempre nella stessa stanza adeguatamente preparata, evitando di farlo addormentare in ambienti diversi;
  • rispettare l’orario in cui va a nanna;
  • dissociare, a partire dai 3/4 mesi, la fase dell’alimentazione da quella del sonno, che vuol dire staccarlo dal seno o dal biberon quando si sta per addormentare e metterlo sul lettino.

 

2.Cause relazionali

In questo caso alla base del disturbo c’è l’ansia e in alcuni casi l’angoscia: il bambino ha cioè paura di addormentarsi e si sveglia tante volte di notte perché ha timore che il sonno lo allontani definitivamente dalla mamma e dalle cose care. Il risveglio assume quindi il significato di richiesta di vicinanza. L’addormentarsi ha a che fare quindi col processo di separazione, difficile in quanto costa fatica emotiva/mentale non solo al piccolo ma anche al genitore: si tratta quindi di una “reciproca separazione”.

Tutti i bambini piccoli hanno bisogno di vicinanza ed intimità con i loro genitori per individuarsi e tutti i bambini piccoli hanno bisogno per iniziare a crescere di potersi allontanare nel momento giusto dai genitori. La capacità di addormentamento (distacco notturno) e di mantenimento di un buon sonno è quella che mostra se e quanto un bambino riesce a fidarsi/affidarsi al buio/vuoto, avendo elaborato e trovato dentro di sé sufficiente sicurezza. Occorre considerare dunque la difficoltà ad addormentarsi, i risvegli frequenti come sintomi/segnali, espressione di bisogno dovuti a difficoltà nella relazione genitore/bambino, piuttosto che un esclusivo problema del bambino.

 

3. Le parasonnie

Le parasonnie sono un gruppo ampio di disturbi del sonno a carattere assolutamente benigno, (fenomeni parafisiologici) che si possono verificare in un bambino e tendono a diminuire in intensità e frequenza con la crescita.

Sono classificate in base al momento in cui si manifestano durante la notte e quindi in relazione alle diverse fasi del sonno e si distinguono sostanzialmente:

  • parasonnie del sonno NREM: risvegli confusionali, sonnambulismo, pavor notturno, mioclonie ipniche;
  • parasonnie del sonno REM: incubi notturni;
  • altre parasonnie: bruxismo.

 

Quali sono i Sintomi delle Parasonnie?

Le parasonnie hanno manifestazioni molto eterogenee, spesso associate ad un’attivazione del sistema nervoso vegetativo, con sintomi come tachicardiapalloresudorazione eccessiva, rigidità muscolare e respiro accelerato.

Gli incubi notturni causano una forte risposta emotiva e sono accompagnate spesso da agitazione intensa tale da generare un senso di angoscia al risveglio, che permane al sonno successivo perché il bambino ricorda l’accaduto.

Il pavor nocturnus (detto anche terrore notturno) è un disturbo frequente soprattutto nei bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni e mostra una graduale e spontanea remissione nel tempo. Gli episodi possono apparire drammatici: il bambino grida, piange, sembra spaventato, può dimenarsi e non risponde ai tentativi di conforto, la sua frequenza cardiaca risulta aumentata, il respiro è corto e frequente. Il pavor nocturnus è accompagnato anche da pallore, sudorazione eccessiva e rigidità muscolare. In genere, il bambino torna a dormire dopo pochi minuti e, a differenza degli incubi, al mattino non ricorda quanto accaduto.

 

Come viene formulata la Diagnosi di Parasonnie?

Nella maggior parte dei casi, la diagnosi delle parasonnie si basa sul racconto di quanto accade al bambino: una precisa e accurata anamnesi dettagliata sulle tipologia delle manifestazioni, orari e periodicità degli episodi oltre allo stato di benessere del bambino al risveglio.

 

Cosa fare?

Le parasonnie non richiedono una terapia farmacologica; tentare di svegliare il bambino durante le parasonnie è molto difficile, non appropriato e, spesso, inutile.

Evitare di riferire al bambino quanto avvenuto durante la notte perché ciò potrebbe predisporre ad eventuali disturbi d’ansia legati alla paura di addormentarsi.

 

4. Disturbi organici

  • reflusso gastro-esofageo;
  • i disturbi del respiro nel sonno (asma e la sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno.)

Il reflusso gastro-esofageo è una risalita del contenuto alimentare, già divenuto acido, dallo stomaco all’esofago (percorso inverso a quello fisiologico).

Il bambino non dorme, piange se e quando messo in posizione sdraiata, ha spesso un singhiozzo continuo, presenta spesso vomito di latte o altro cibo, e si tranquillizza solo se tenuto in braccio in posizione verticale.

L’asma è un difficoltà respiratoria provocata da infiammazioni ricorrenti del polmone che interferisce con la qualità del sonno e provoca risvegli frequenti.

La sindrome delle apnee ostruttive è invece provocata da una prolungata parziale o completa ostruzione delle vie aeree superiori e si verifica per esempio per ipertrofia tonsillare.

Un disturbo del sonno può causare notevole disagio al bambino e ai suoi genitori: è importante quindi conoscere quali sono le possibile cause perché conoscere vuol dire saper riconoscere ed intervenire precocemente e nel modo più appropriato per evitare che il problema si stabilizzi o si aggravi.